La leggenda della Vecchia Quercia
Gli auguri di Buona Pasqua con una Fiaba <3
LA LEGGENDA DELLA VECCHIA QUERCIA
In un Bosco sereno la quiete si perse per le istanze del Male, che s’imponeva e pretendeva spazio. Dapprima sotterranee e silenti poi manifeste, infine violente.
Il Bosco si agitò: le Creature idealiste combatterono, le sensibili piansero, le sagge mediarono, le religiose invano persuasero, le pazienti attesero e le combattive attaccarono… eppure, nonostante ciascuno donasse le proprie qualità, unite per l’unico fine sperato, la serenità in quel Regno pareva perduta per sempre, il Male esisteva ed esigeva potere e spazio di governo.
La Vecchia Quercia, la più saggia e tenace del Bosco, li sorprese e propose un giorno una mediazione: “d’accordo Male esisti e chiedi spazio, troviamo un tempo in cui siano le forze del Bene a governare ed un tempo in cui tu lo potrai fare”.
Le altre Creature, buone come la Quercia, si animarono e protestarono, si udivano sparsi i commenti: “no, non dobbiamo cedere” “La Vecchia Quercia è impazzita non sa quel che dice” “Ma come, adesso lo riconosciamo e concediamo potere al Male?” “Mai! Combatterò fino alla morte!”.
La Vecchia Quercia pareva non udirli, restava sicura e autorevole, pacifica e consapevole al punto che il vociare piano si fece sommesso, finché solo il silenzio calò nel bosco e persino il tempo forse si fermò.
Riprese con solennità e queste parole: “Durante la primavera e l’estate regnerà il Bene, tu Male sarai silente e per nessun motivo le tue forze potranno essere d’ostacolo alla serenità sovrana. Quando gli alberi da rigogliosi si faranno spogli e quando infine l’ultima foglia cadrà all’autunno, solo allora sarà il tuo tempo e sarai tu a governare”.
Il Male prontamente accettò, pareva un’equa distribuzione del potere quella che sollecitava la Vecchia Quercia. Le Creature amiche si strinsero avvilite e sconfitte, qualcuno sentiva l’ingiustizia, qualcun altro la frustrazione, c’era chi restava nella delusione, qualcuno imbarazzato, eppure tutti indistintamente si pacarono nella Resa.
Passò l’estate più serena di sempre, le fioriture e i raccolti furono i più abbondanti, nacquero moltissimi cuccioli di ogni specie; il tempo passava e quando l’autunno iniziò ad avvicinarsi, tutte le Creature cominciarono a ricordare il patto e tristezza e timore da un lato e smania e frenesia dall’altro, presero posto nel Bosco. Solo la Vecchia Quercia dall’invincibile calma, rincuorava paziente e sicura.
Ogni giorno il Male controllava le foglie cadere e si preparava bramoso a prender governo, vibrando di entusiasmo e d’impazienza.
Eppure, sì gli alberi cedevano pian piano le foglie all’autunno ma NON la Vecchia Quercia: le sue foglie appassivano, si seccavano tuttavia non si staccavano dai rami.
Il Male aspettava inquieto, attendeva il vento e poi la neve e i temporali… ma nulla faceva cedere la Vecchia Quercia che continuava a trattenere le foglie a sé con la Forza di chi sa.
Qualche Creatura amica cominciava a comprendere il Piano e sorrideva straripando d’Amore per la saggezza della Vecchia Quercia che aveva salvato il Bosco e che lasciò cadere le foglie secche soltanto quando sospinte dalle nuove, giovani e fresche, e non lasciò nemmeno un solo istante i suoi rami spogli.
E fu così che da quel giorno, proprio come la prima Grande Madre, tutte le Querce del mondo, solide e tenaci, trattengono le vecchie foglie per le nuove.
Qui e ora le forze d’Amore e di Luce regnano sovrane. E Qui e Ora è per sempre.
In questo giorno, in questa Pasqua, l’augurio che viene dal cuore è che ciascuno abbia la forza e la tenacia di portare la propria croce e di realizzare il proprio Compito, di essere CHI è venuto per essere e possa trovare nel proprio volto il volto di Gesù che oggi ci mostra la via per risorgere.
Con amore
Alessandra