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“C’era una volta e ancora c’è”

Appena si pronuncia o si sente dire “c’era una volta…” l’atmosfera cambia, c’è una sospensione, tutto spande, rallenta, si ovatta. Predispone. A qualcuno torna il ricordo d’un libro di favole in particolare, di quelli coi disegni meravigliosi e la prima lettera miniaturizzata, chi si rivede in braccio a un nonno o ricorda a chi le ha lette o raccontate… è un richiamo al mondo fatato, al mondo delle fiabe.

A me attiva un’immagine che si è creata dal racconto di un cerchio d’anime attorno a una candela. Una delle mie nonne raccontava che, durante il periodo della guerra, erano soliti trovarsi nella stalla di uno dei vicini – vivevano in campagna – e a turno gli anziani raccontavano storie, fiabe, favole, miti, leggende…

Questo gusto per il raccontare ed ascoltare Storie ha dato vita a questa rubrica, in omaggio a chi nelle Storie ha messo semi, a chi li ha condivisi nei cerchi di ogni tempo, a chi ne ha avuto cura e li ha fatti germogliare, fiorire e dar frutti, che si moltiplicano, milioni di frutti, milioni di semi che attraversano epoche, vite.

Si chiama “Fiabe per evolvere” perché attraverso le Storie noi “facciamo Anima”, attiviamo quel mondo magico, creativo, poetico e lo teniamo vivo e vitale.
Nessuno è passivo quando l’ascolta, anche se apparentemente c’è qualcuno che in maniera “attiva” la racconta, ma ascoltando e sentendo sei tu che crei le immagini, e le colmi di significati che sono i tuoi… quel film, lo vedi solo tu.

“C’era una volta e ancora c’è” perché ancora io vedo un cerchio, virtuale forse, ma d’anime – le nostre – attorno a un fuoco, che condividono un tratto in fratellanza, e di là da quel cerchio un’immensità luminosa d’Anime in protezione.

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