13.10.2023: nella stanza della Metamorfosi
13.10.2023: nella stanza della Metamorfosi
In questo giorno 13 di ottobre in cui un’Anima amica maestra varcò la soglia, desideravo silenzio. Poi sono arrivate immagini, pensieri, parole e ho sentito invece e proprio in suo onore di parlare della vita e parlare di quella che chiamiamo morte.
La prima considerazione è il tema dell’amore e dell’abbandonarsi.
Chiamiamo fare l’amore il momento in cui si genera, si concepisce vita.
Per le altre creature si parla di accoppiamento, una coppia genera una copia della stessa specie.
Noi invece diciamo o dicevamo così, fare l’amore, è importante che lo ritroviamo. Quello che adesso è comunemente fare sesso era, è, fare l’amore.
Ricordiamo che le parole creano. E il bello è che le possiamo scegliere.
Quell’atto permette a un’entità, un essere che già era Amore prima, di prendere un corpo.
E se c’è un atto d’amore che fa sì che Amore prenda un corpo e diventi Amore in Azione, altrettanto deve esserci specularmente un atto d’amore che fa sì che quel corpo venga lasciato quando e tempo, e si liberi per tornare a essere Amore in Contemplazione, Spirito.
E se c’è un atto d’amore che fa sì che Amore prenda un corpo e diventi Amore in Azione, altrettanto deve esserci specularmente un atto d’amore che fa sì che quel corpo venga lasciato quando e tempo, e si liberi per tornare a essere Amore in Contemplazione, Spirito.
E allo stesso tempo ci si abbandona nell’atto d’amore che concepisce la vita, quando si genera un corpo per uno spirito che è pronto a prendere carne, altrettanto possiamo usare la stessa espressione, ci si abbandona nel letto di morte o nel momento in cui ci si libera dal corpo, restituendo la vita allo spirito che a quello stato ritorna, ma pregno d’esperienza.
Ecco lì in mezzo c’è tutto quello che noi possiamo fare essendo Amore in Azione.
E così come è pronto lo spirito, quando prende carne e prende corpo, altrettanto importante è che ci prepariamo noi, finché siamo in tempo, cammin facendo. Così come lo spirito si prepara all’incarnazione che verrà, noi incarnati ci dobbiamo preparare alla escarnazione che avverrà.
E qui c’è anche il senso di mitezza verso “le cose superiori”, verso quello che esula dal nostro possibile livello di coscienza. Parliamo di infrarossi-ultrarossi, infrasuoni-ultrasuoni, uguale con la coscienza, c’è uno spettro di possibile percezione, il resto no.
In questo modo noi possiamo muoverci nella vita,
affinché quel momento non sia uno strappo,
affinché sia nella grazia,
ci trovi quanto più possibile pronti e preparati.
E non pronti e preparati ad una lotta, di chi resta seduto,
ma nel flusso di chi non resiste, di chi s’eleva, e danza.
Se non ne ritroviamo il senso, è difficile comprenderne l’estensione, comprendere che un atto creativo va al di là del fatto fisico ma succede ogni volta che due principi si uniscono per generare nell’amore qualcosa che prima non c’era nel piano manifesto.
Senza comprendere questo è difficile entrare realmente nella coscienza del nostro potere di creare al di là del procreare.
Comprendendo questo è più facile trovare il senso della vita tutta e dei suoi cicli.
Grazie a ciascuno e a noi insieme.
Mentre mando un pensiero d’amore intenso all’Anima Amica
un abbraccio ciascuno,
buon viaggio amici
Alessandra