DIALOGO TRA IL COSTRUTTORE E IL PRIGIONIERO
a cura di Luca Toma
Costruttore: Amico, posso disturbarti un momento? Ti osservo da tempo passando di qua e vedo con quanta dedizione continui a costruire muri intorno a te. Ma dimmi, qual è lo scopo di queste barriere? Di cosa hai paura?
Prigioniero: Non è paura, è protezione. Questi muri mi tengono al sicuro dal caos, dagli errori e dalle delusioni. Non voglio rischiare, sai!
Costruttore: Capisco il tuo timore… Ma più che una fortezza a me questa appare proprio una prigione. La sicurezza che cerchi ti sta isolando, e a forza di erigere queste barriere, rischi di dimenticare come sia il mondo al di fuori. Ti rinchiuderai in questa tua fortezza, ma è una fortezza senza chiave.
Prigioniero: Mi stupisce la tua osservazione. Tu che sei un costruttore dovresti saperlo…. Se lascio crollare anche un solo mattone, ho paura che tutto ciò che ho finora costruito possa andare a pezzi. Non posso permetterlo!
Costruttore: Ascolta, amico… Tu mi conosci. Sai che costruire è la mia essenza, l’essenza del 4 che rappresenta la solidità e la stabilità, ma ti assicuro che un vero costruttore sa che la stabilità nasce dalla fiducia, dalla disciplina, dalla collaborazione, e non dall’isolamento. La solidità non è rigidità. La perseveranza che ci accomuna non deve trasformarsi in una gabbia, ma in una base sicura per evolvere.
Prigioniero: Fidarmi? Collaborare? Non se ne parla nemmeno… Ogni volta che ho lasciato uno spiraglio, sono entrati solo critiche e ferite. È per questo che mi barrico. Preferisco lavorare in silenzio, senza rischi.
Costruttore: Sì, ma a che prezzo? La tua disciplina – anzi, la nostra disciplina, che è un talento prezioso – potrebbe essere la tua forza, e invece la stai trasformando in un peso insostenibile. Il lavoro che ami è diventato ossessione… Quella relazione è diventata soffocante… Ti stai chiudendo nei tuoi schemi, nelle tue certezze, e questo sta spegnendo la tua creatività. Non senti mai il desiderio di fermarti un attimo per prendere respiro?
Prigioniero: Fermarmi? Ma sei matto? Se mi fermo, cosa resta? Un vuoto che non saprei come riempire. Almeno qui, dentro queste mura, ho un senso di controllo.
Costruttore: Il controllo è un’illusione, amico mio! La vera forza sta anche nell’adattarsi, nel lasciare spazio all’imprevisto. Guarda me: costruisco passo dopo passo, con metodo e disciplina, ma so anche che a volte è necessario abbattere certi muri ed essere flessibili. Coltiva un po’ di flessibilità. Non tutto deve essere perfettamente pianificato. Prova a cambiare qualcosa nella tua routine quotidiana, anche solo un piccolo gesto.
Prigioniero: Flessibilità? Abbattere muri? Al massimo sposto un mattone da un muro all’altro, dove credo stia meglio… Non riuscirei mai a essere flessibile come dici. La mia rigidità è ciò che mi tiene saldo. Se la perdo, cosa rimane di me?
Costruttore: Rimane molto di più di quanto tu creda, caro mio! Ti invito a sperimentare qualcosa di diverso, senza pressione. Esprimi la tua creatività. Dedicati a un’attività che non richieda perfezione, come dipingere, scrivere o semplicemente fare una passeggiata nella natura. Vai a trovare il nostro amico Giullare! La creatività è l’energia che trasforma la monotonia in innovazione.
Prigioniero: Ma quale creatività! Io non mi sento affatto creativo… E poi con tutto quello che ho da fare, dove trovo il tempo?
Costruttore: Ed è proprio questo il punto: bilancia la tendenza a tenere sempre tutto sotto controllo con un po’ di fiducia. Non tutto dipende da te. A volte, lasciar andare il timone può portarti in luoghi migliori di quanto immagini. Non devi fare tutto da solo; puoi sempre chiedere aiuto. Fidati del corso naturale delle cose.
Prigioniero: Ma come posso lasciar andare? Ho sempre sentito il peso del passato, come se ogni errore o ferita mi avesse definito per quello che oggi io sono. Come posso liberarmi di tutto questo?
Costruttore: Inizia a lavorare sul perdono. Non solo verso gli altri, ma anche verso te stesso. Guarda il passato non come una catena, ma come un maestro. Accogli ciò che è stato, lascialo andare e scegli di vivere nel presente.
Prigioniero: Non so se ci riesco… Questo vuoto che sento dentro di me mi spaventa, sai. È come se fossi bloccato… imprigionato nei miei schemi mentali, nelle mie paure, nella mia rigidità… La avverto fin dentro le ossa questa rigidità!
Costruttore: E allora comincia a riconnetterti con il tuo corpo! Il radicamento non è solo mentale, ma anzitutto fisico! Prova attività che ti aiutino a rilassarti e a sentirti presente, come lo yoga, la meditazione o una semplice camminata nella natura. Madre Terra ti sostiene, anche quando credi di non farcela.
Prigioniero: Hai sempre una soluzione per tutto tu, eh? Ma la vita è dura, caro Costruttore. Io non mi sono mai sentito davvero “leggero” come tu dici.
Costruttore: Lo vedo, e per questo ti dico: risveglia la tua energia del gioco! Il gioco è parte fondamentale della costruzione. Io, che amo il metodo e l’ordine, so che senza un po’ di leggerezza e divertimento l’equilibrio non può reggere. Concediti il permesso di giocare, di ridere, di fare qualcosa solo per il piacere di farlo.
Prigioniero: Giocare… È passato così tanto tempo che non so nemmeno da dove iniziare.
Costruttore: Dai piccoli gesti. Una risata, una canzone, un momento di leggerezza. Non devi demolire tutti i tuoi muri, ma forse puoi aprire una finestra, creare una porta, lasciare che entri un po’ di luce e d’aria. Questo è costruire con il cuore, non solo con la mente e le mani.
Prigioniero: Le tue parole mi commuovono. Lo ammetto, qui dentro sento spesso solitudine. Forse è ora di aprire uno spiraglio.
Costruttore: Esatto! Se hai ben costruito le tue fondamenta, potrai espandere i tuoi orizzonti senza paura per andare a incontrare l’amico Cercatore. Ma intanto ci sono qui io accanto a te, per aiutarti a costruire un nuovo equilibrio. Siamo dorso e palmo di una stessa mano noi due! Una mano che costruisce stabilità… Ma una stabilità che evolve e che respira. Ricordalo sempre questo!
Prigioniero: Grazie, Costruttore. Mi hai dato il coraggio di provarci. Non sarà facile, ma mi sembra già di vedere un piccolo raggio di luce che illumina queste buie stanze…
Costruttore: È tutto ciò che serve per cominciare, amico mio. Ricorda: passo dopo passo, il cammino si costruisce. E il vero costruttore della tua vita sei tu! Sempre e solo tu! Se te ne assumi la completa responsabilità, quei muri così alti non saranno più necessari!
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E grazie a questo dialogo, il Costruttore e il Prigioniero esplorano insieme le sfide che derivano dal creare stabilità senza diventare rigidi, e dal trovare libertà senza perdere il senso di sicurezza. In questo scambio, si riscoprono come complementari: due facce della stessa medaglia, unite dalla possibilità di creare un equilibrio che permetta di evolvere.
Ma ora mi rivolgo a voi, cari amici. In questo momento nella vostra vita, vi sentite più Costruttori o Prigionieri?
Come trovate il vostro punto di equilibrio tra ordine e libertà?
Che il Costruttore in voi vi porti sicurezza e concretezza, e che il vostro Prigioniero si apra alla libertà e alla scoperta di nuove possibilità.
Con affetto,
Luca Toma
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